giovedì 28 maggio 2009

Bio

Bio romantica:

La Guerra delle Formiche è condotta da Carlo Sanetti, un umanista di generazione orwelliana prodotto dalla provincia. Carlo vive in un piccolo paese dalle tradizioni contadine, oscenamente deturpato dall' american dream. Assiste dalla sua prospettiva periferica e marginale alla piccola porzione di declino dei suoi tempi, che gli è stata concessa di vivere e vedere dal caso. Non può dirsi sfortunato finora, ma ha paura. Ha amici. Lotta. Ama. Soffre. Ride. L'erba della sua terra si piega gentile sotto le sue scarpe.


Bio professionale:


La Guerra Delle Formiche è un progetto indie rock eclettico e trasversale, nato a metà tra la one-man-band e il collettivo. Imperniato sulle creazioni di chi scrive, il viterbese Carlo Sanetti, non presenta un organico fisso ed è aperto alla collaborazione su più livelli. La Guerra delle Formiche abbraccia completamente la filosofia copyleft e rilascia ogni lavoro in download gratuito.

DISCOGRAFIA

Album:

La Guerra delle Formiche (SubTerra 2006): EP di cupe allucinazioni giovanili borderline e inverni interiori, contenente otto composizioni in lingua italiana.


Il Funerale della Ninfea (SubTerra 2010): EP realizzato in veste di arrangiatore per la cantautrice Silvia Leoni, ai suoi esordi assoluti.


Too Heavy Packaging for This Body
(SubTerra 2007 - 20XX): compilation di singoli, la cui tracklist è ancora aperta ad ogni singola uscita.


La Guerra delle Formiche attualmente sta lavorando ad un LP in collaborazione con il cantautore messinese Humpty Dumpty, la cui uscita è prevista per il 2014, e ad un nuovo disco solista.

recensione su BEAUTIFUL FREAKS # 32

La Guerra Delle Formiche - s/t

Grazie all’interesse della net-label Subterra (una realtà davvero interessante che potreste conoscere meglio recandovi a questo indirizzo web: www.myspace.com/subterratuscia) il viterbese Carlo Sanetti, aka La Guerra Delle Formiche, presenta il suo progetto di indie-rock in puro stile lo-fi fatto di registrazioni casalinghe e intuito diretto e capace. Tra sonorità che si rifanno al prog italiano degli anni settanta, alle chitarre dei Marlene Kuntz (influenti anche nello stile dei testi cantati in italiano) e dei CSI, alle atmosfere post-rock di scuola Mogwai, il buon Carlo inanella sette tracce che risultano estremamente piacevoli ed interessanti. Il futuro della band, aperto ad ogni tipo di collaborazione e quindi con un organico mutevole, è ancora tutto da tracciare ma le idee sembrano quelle giuste. Consigliamo solo di affidarsi di più alla voce di Maria Livia Nicotra già presente in questo cd e di proseguire su questo interessante percorso. (a.p.)


www.beautifulfreaks.org
Beautiful Freaks è una fanzine cartacea ma potete trovare la recensione on-line sul motore di ricerca del loro sito
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recensione su MUSIC MAP

LA GUERRA DELLE FORMICHE "La guerra delle formiche"
(2006 )

Progetto indie rock che nasce dalla mente creativa del giovane viterbese Carlo Sanetti, musicista e compositore che si appoggia a collaborazioni su più livelli, senza un organico fisso, "La guerra delle formiche" piacevolmente colpisce nel segno con un EP omonimo in 8 tracce prodotto della netlabel Subterra. Prendete le energiche linee di chitarra tanto care al prog italiano degli anni '70, vedi Marlene Kuntz e CSI, aggiungeteci le lunghe code strumentali di quel post-rock alla Mogwai che ha fatto storia e quel pizzico di elettronica che da' il colore giusto al tutto. Ouverture dalle delicate scenografie ad enfatizzare la scelta vocale che a tratti si sdoppia per "Il principio del cerchio", e che si trascina appresso riff di chitarre e batteria che cambiano identità passando dal prog al post rock, per poi rotolarsi nelle forme sinuose di "Crisalide", una linea di piano e un dialogo tanto pulito quanto raffinato di voci che giocano, recitano, si rincorrono per poi cadere in una coda delirante ai limiti dell'improvvisazione. "Notturna" esplode in un post/punk distorto dalle mutanti dinamiche, che giocano sui pieni e i vuoti in maniera stupenda, ma sono perle come "L'enverse et l'endroit" da cui rimanere rapiti, in cui troverete delicatezza di stile e struttura. Soluzioni artistiche aperte alla sperimentazione più eclettica, un inizio eccellente che sicuramente farà parlare di loro. Un unico consiglio: quello di scrollarsi di dosso le troppe influenze per lasciare spazio a una personalità che sicuramente non manca. (Sara Bracco)


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recensione su INDIEZONE

La Guerra Delle Formiche è il moniker dietro il quale si nasconde Carlo Sanetti, autore di tutte le musiche ed i testi di questo album. 6 brani più una intro che richiamano alla mente nomi altisonanti come Muse ("Crisalide", in particolare nell'intro di piano di Matteo Maienza) e Marlene Kuntz ("Notturna"), conditi da un gusto musicale che lascia un sapore barocco, decadente, decisamente piacevole. Meno lo è la prova vocale di Carlo, che non ha una voce adatta a valorizzare le melodie su cui si appoggia mentre musicalmente, pur non raggiungendo i livelli dei gruppi sopra citati, si nota una buona fantasia compositiva. Molto "kuntziani" anche i testi, piacevoli ma non certo eclatanti (mi sarei aspettato qualcosa di più da questo punto di vista), tutto sommato una buona prova ma non abbastanza per lasciare il segno.
Stefano Ficagna

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recensione su HARDSOUNDS

La Guerra Delle Formiche è un progetto di Carlo Sanetti, a metà strada (cito la bio) tra la one man band e il gruppo; nel disco infatti (complete scaricabile dal sito ufficiale, come tutte le produzioni copyleft e indipendenti della Subterra) compaiono diversi ospiti, ma il grosso del materiale è eseguito dallo stesso Carlo. Ci troviamo davanti ad un rock indipendente di stampo abbastanza cantautoriale, lontano quindi da quello che può significare 'indie' al giorno d'oggi. I due nomi che più sono accostabili al progetto di Sanetti sono probabilmente i Marlene Kuntz e i mai dimenticati C.S.I., anche se qui siamo su territori decisamente meno punkeggianti.

Il risultato è nella media. La produzione è come prevedibile lo-fi, ma il difetto maggiore sta forse nel songwriting, ancora troppo incerto anche se indubbiamente genuino e sincero. Non escludo quindi che La Guerra Delle Formiche possa piacere agli appassionati di certo sound del sottobosco italiano, ma ritengo che per raggiungere una sufficienza piena manchi ancora qualcosa, ed il progetto senta la mancanza di un certo spessore artistico che faccia trasparire anche dai brani più prolissi idee valide.

_ PER I FANS DI Marlene Kuntz - CSI

Un prodotto 'di pancia', con tutte le caratteristiche del caso."

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recensione su ONDALTERNATIVA

La guerra delle formiche è un progetto complesso e in continua evoluzione che nasce intorno alla figura del musicista e compositore viterbese Carlo Sanetti (chitarra elettrica, voce, e-bow, elettronica) ma riunisce tante altre persone, tante voci e tanti strumenti (batteria, pianoforte, violoncello, basso, chitarra acustica). Attualmente la line-up conta 6 elementi, ma in passato ne ha riuniti molti di più.
Le influenze sono plurime (vanno dal prog italiano anni '70, allo stoner, al rock più intimo dei Radiohead e tanto altro ancora) e si sentono tutte, ma rimescolate e ricreate in maniera estremamente personale e, oserei dire, affascinante.
Questo lavoro ha la potenza visionaria e catartica di un dramma teatrale. Dei sogni. E delle fiabe.
Sono canzoni che offrono racconti e poesie, spesso dissacranti, sul mondo visto con lenti speciali e molto spesse.

E' un disco ricercato, di pregio ed eclettico. Già a partire dalla prima traccia, una breve dolce melodia, un carillon, un'atmosfera sognante che si ripete identica alla fine, nella traccia fantasma, dove però troviamo anche qualche nota di una fisarmonica un pò inquietante e Carlo che urla "insetti nel letto, insetti nella testa...formiche in testa". Poi un grido.E si può ricominciare daccapo, col carillon. E' un cerchio. Può ripetersi all'infinito. La terza traccia, "Crisalide", comincia con un pianoforte, poi una chitarra distorta in sottofondo, poi il canto: semplice, senza quegli arzigogolii tipici di oggi, ma espressivo. Spesso è recitato. Poi si uniscono due voci, una maschile e una femminile, poi solo pianoforte dalle tinte jazz, poi un carillon, poi un rock alla Muse, poi prog anni '70, infine di nuovo una chitarra distorta che ha un sapore più moderno. Mescola generi, ma non solo, anche suggestioni contrastanti, dal sogno, alla speranza, all'inquietudine, fin quasi all'orrore.
Nella traccia 6 "L'enverse et l'endroit" una voce arriva da altri tempi e da altri luoghi e, calda e magnetica, ti accarezza e ti lascia sognare. Poi un lieve triangolo. Poi è rock. Ancora creatività all'ennesima potenza ed eclettismo.

E' un lavoro di nicchia, che non tutti, purtroppo, sapranno apprezzare. Occorrono sensibilità e mente spalancata.
Comunque...questa è arte.



Aggiunto: 13-08-2008
Recensore: Elena Calogiuri
Voto:
Link Correlati: www.laguerradelleformiche.com

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recensione su METALLIZED


Interessante esordio sulle scene per il viterbese Carlo Sanetti che, sotto il monicker La Guerra delle Formiche, licenzia l'EP omonimo che sicuramente desterà l'interesse di chi ama il sound di band nostrane come Marlene Kuntz, il CSI di Ferretti e di altri gruppi che hanno fatto la storia del rock progressivo italiano degli anni '70.
Il progetto di Sanetti esce dallo stereotipo di band tradizionale, aprendosi a numerose collaborazioni con musicisti di estrazione più varia.
Tale impostazione mette in evidenza il carattere eclettico del musicista/compositore che cerca di ampliare su più livelli la sua proposta musicale, non soffermandosi staticamente su questo o quell'altro stile ma mettendo insieme più sonorità che alla fine rendono La guerra delle formiche fresco e originale.

L'EP si apre con un intro che lancia subito Il principio del cerchio, pezzo che riporta indietro nel tempo ai primi fasti di gruppi come Il Banco del mutuo soccorso e gli Area sia per il cantato che per l'incessante lavoro di chitarra che si alterna tra momenti acustici soffusi e sfuriate distorte ai limiti del punk, il tutto cadenzato dalla potente batteria di Massimiliano Lorenzoni. Si calmano le acque con la successiva Crisalide dove il soave refrain di pianoforte di Matteo Maienza rappresenta il fulcro attorno cui ruota tutto il brano, che accompagna dolcemente la voce di Sanetti e di Maria Livia Nicotra, ospite anche nella bella e raccolta L'envers et l'endroit, che col passare dei minuti si apre a sonorità sperimentali care al buon Lindo Ferretti per poi esplodere con prepotenza nel finale. I successivi due pezzi sono quelli più marcatamente "Kuntziani" ma di due momenti stilistici differenti. Se infatti Sarà la sera si muove su corde più vicine a "Che cosa vedi" (anche se la mia mente ad un certo punto è corsa a Dove…Quando…. Della PFM. Lo so, chiamatemi folle ma…) Notturna fa qualche passo in più indietro negli anni fino a giungere alle sperimentazioni sonore de "Il vile", pur comunque mantenendosi attuale ed affrancandosi musicalmente dalla band di Cristiano Godano. L'album si chiude con Questo mi disse il nord, brano che si sviluppa su una scala sonora più tradizionale e che alla fine risulta un po' fuori dagli schemi sperimentali a cui ci avevano abituato i pezzi precedenti.

Giudizio positivo quindi per La guerra delle formiche, anche se In futuro mi aspetto qualcosa che, in parte, si discosti stilisticamente da questo EP, in linea, d'altronde, con l'eclettismo di Sanetti. Mi aspetto che soprattutto si "liberi" dall'influenza dei Marlene Kuntz a volte fin troppo evidente.
Un' ultima nota sulla produzione di discreto livello per un disco "fatto in casa" e che, non so se per scelta o per qualche fattore contingente alla home recording, risulta piacevolmente asciutta, essenziale e dichiaratamente anni '70. A questo punto, viste le buone premesse, non mi resta che aspettare fiducioso il primo full lenght.

Francesco Crivelli "Baruni Frangè"


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recensione su JUNGLE

La Guerra Delle Formiche: il travolgente prog-rock anni '70!

Post n°4 pubblicato il 29 Aprile 2008 da jungle.rain

Questa volta ci inoltriamo tra adorabili sonorità anni 70 e non solo! Il caro Carlo Sanetti e la sua band (insomma, La Guerra Delle Formiche) ci riportano infatti indietro nel tempo, rispolverando il vecchio prog – rock italiano e le sue psichedeliche atmosfere. L’omonimo EP contiene otto canzoni che già dal primo secondo lasciano una certa acquolina in bocca; la ricetta usata consta infatti di testi conturbanti, suoni ruvidi e melodie celestiali. Carlo si avvale dell’aiuto di musicisti bene assortiti e preparati, con i quali intraprende un vero e proprio viaggio musicale che mostra un po’ il panorama rock delle origini. Non è un lavoro da poco, e non tutti (almeno nel viterbese) avrebbero il coraggio di fronteggiare una cosa simile. L’introduzione è timida ma rilassante,e dopo 45 sec di arpeggio si approda direttamente alla seconda canzone, “ Il principio del cerchio”: subito siamo rapiti dalle sonorità vintage e delicate specialmente della voce, che poi verso il finale lasceranno posto a sfumature più epiche e movimentate, quasi “apocalittiche”. A lungo andare si nota che questo tipo di contrasto è presente in tutto il cd, e si configura come una piacevole nota che rende il tutto più interessante e dinamico. La conferma di tutto ciò è “Crisalide”, che inizia con una parte suonata al pianoforte subito seguita da un breve duetto fra una voce maschile e una femminile. La struttura è ben congeniata e tende ad essere in continuo movimento, mostrandosi, per alcuni versi, davvero conturbante. Dopo “ Sarà la sera” è il turno dell’eccentricità di “ Notturna” (senza dubbio il miglior pezzo del cd, pari merito con la prima track): la batteria è inarrestabile, con i sorprendenti incastri di tempo che riesce a creare con gli altri strumenti del gruppo. Questa è sicuramente una traccia ipnotica che non manca di sfoggiare un certo fascino, e contribuisce a mettere nell’ascoltatore una mistica voglia di sentire le canzoni tutte d’un fiato fino al termine. Da notare è anche quell’aria un po’ grunge e ruvida che trasale dai pezzi, scaturita forse dalle influenze un po’ alla Marlene Kuntz / Afterhours e da quello stile inglese che rende tutto più piacevole.Tirando le somme c’è da ribadire che la band, lungo tutto l’album, non manca mai di stupire. Nonostante la registrazione non sia delle migliori e traspaia qualche pecca tecnica, il sound resta comunque piacevolmente venato di particolarità, ottima base di un prog – rock molto variegato nell’insieme, che lascia presagire una strada sempre in salita per il gruppo e ottime prospettive per prossimi progetti.

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recensione su ROCKIT

"Il nome è un elemento troppo spesso trascurato. Non dovrebbe essere così. Un nome è un biglietto da visita. È ciò che rappresenta un progetto, l'idea stessa di un progetto. E a fronte di miliardi di gruppi col nome che finisce con la "a" e che svelano ambizioni verdeniane che sono il trionfo della banalità, fa piacere scoprire che qualcuno cerca vie altre. Come questa band. La Guerra Delle Formiche. Che oltre al nome – non memorabile ma quantomeno originale – porta un carico di aspettative notevoli. Mogwai e Godspeed You! Black Emperor, tra i nomi che hanno ispirato questo gruppo. Post rock, quindi. Deviato da vocalità prettamente italiane e da soluzioni sonore che in qualche caso si rivolgono più al metal che all'indie.

Ma il risultato è acerbo, a tratti mediocre, sicuramente approssimativo. La sensazione generale che si ricava dall'ascolto è uno sconfortato vorrei ma non posso. Perché lasciare a casa le emozioni e portare in dote il formalismo significa accontentarsi. Ed è un peccato. Potrebbero dare molto di più, allora, se solo asciugassero i loro brani da certi pomposi riff chitarristici, da certe magniloquenze strumentali, da certe linee vocali che ci ricordano perché il rock italiano è – era? – anni luce indietro rispetto alla concorrenza internazionale.
Partire dalla semplicità del brevissimo intro, paradossalmente l'episodio più riuscito di tutta la raccolta, è quasi un obbligo.

Manfredi Lamartina(21-05-2007)"

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